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  • Immagine del redattoreSara

Thousand Oaks, lo skate punk ad alto livello



I Thousand Oaks arrivano da Roma, fanno skate punk e in 4 anni di attività hanno già sfornato 3 dischi e 1 EP; l’ultimo album, Bound For Destruction, è uscito a marzo di quest’anno e dimostra tutta l’esperienza dei componenti della band.

Si contraddistinguono per i loro brani melodici, tecnici, che lasciano il giusto spazio allo strumentale e sanno arrivare subito, senza pretese né aggressività.


Da qualche anno conosco Alex, il cantante-batterista, uno tra i musicisti più talentuosi e rispettati della scena italiana e non solo. Quasi mi vergogno nel dire di non averlo mai visto suonare e ho tutta l’intenzione di recuperare.

Il 07 settembre saranno a Bergamo allo Spazio Polaresco: è arrivato il momento di sentirli live e conoscere gli altri componenti della band.


Approfitto delle ultime serate con una temperatura decente per partecipare a questo evento all’aperto, dal mese prossimo mi vedrete solo in rare occasioni sotto strati di lana e materiali termici.

Il posto è parecchio valido, un enorme skatepark con il giardinetto, bar con bicchieri riciclabili (già mi piacete un sacco) e un palco onesto.

In apertura c’è un gruppo Oi! del posto; mi stupisco sempre della grande inventiva di queste band e del talento che dimostrano nel far iniziare ogni brano con la parola “Oi!”.


Dopo una birretta in compagnia partono subito scagliati e io mi infilo davanti al palco.

Un grande muro di suono composto dalle 2 chitarre di Agostino e Raymer che si alternano e poi si fondono per creare un equilibrio incredibile. Sulla destra c’è Matteo al basso, pulito e potente, si incastra perfettamente a formare una prima linea di tutto rispetto.

Dietro c’è Alex, con una tecnica pazzesca e una voce melodica senza sbavature, fa sembrare quasi facile l’idea di cantare e contemporaneamente martellare sulla batteria ad un volume assurdo.



Pezzi vecchi e nuovi si susseguono uno dopo l’altro e io mi sciolgo sull’intro di Baptistina con un tapping di basso da paura.

I suoni sono molto buoni fin da subito e rendono il concerto ancora più figo, peccato per la macchina del fumo che ogni tre per due crea una nebbia da far concorrenza alla pianura padana.

Chiudono con The Roar of the Consequence, il mio pezzo preferito tratto dall’ultimo album e You Can’t Fight Fate, una vera bomba!

Le loro magliette hanno delle grafiche fantastiche, non so quale scegliere, così ne compro una e Alex me ne regala un’altra, lo ringrazio infinitamente.

La serata finisce in chiacchiere, saltano fuori i racconti sui concerti del passato e le mille disavventure, le fatiche e la rabbia per riuscire a chiudere una data nel presente.

L’impegno però non è cambiato, i Thousand Oaks hanno un’umiltà incredibile e un potenziale ancora più grande, sicuramente una tra le band più interessanti della scena italiana.



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