La lineup del giovedì è pazzesca, soprattutto sul second stage ci sono band da non perdere, c’è solo un piccolo problema, l’American Socks night mi ha rivoltato come un calzino e mi sento come fossi appena scesa da un calcinculo.
Entro al festival tardissimo, hanno già suonato i Cronos Debe Morir e i For I Am, ma se mi sbrigo riesco ad ascoltare almeno i CF98. Li ho visti per la prima volta in maggio allo SBÄM Fest e mi sono piaciuti parecchio, grande carica e una cantante da paura.
Niente da fare! Un acquazzone mi tiene bloccata fuori dal festival sotto a un tendone e comincio a incazzarmi.
Ci pensano gli Straightline a farmi tornare il sorriso appena arrivo in spiaggia, bravi butei con un buon live, anche se un filino troppo metal per i miei gusti.
A salire sul palco subito dopo sono i Much The Same, la band più interessante della giornata e io mi sistemo sulla collinetta per godermi il concerto. Le loro melodie mi hanno conquistato e ho parecchia voglia di vederli.
Attaccano con Snake in the Grass, direttamente dall’ultimo album, e si crea il bordello. La conoscono tutti e di lì a poco parte il pogo, peggio degli autoscontri.
Figata anche il duetto con la cantante dei CF98 Karolina Duszkiewicz, sulle note di You Used to Have a Garden. Tra palloncini colorati e l’entusiasmo generale è un peccato che abbiano finito così presto.
La pit si svuota, gli ampli si spengono e i pochi rimasti si siedono davanti al fiume per godersi la tranquillità del posto. Mentre il sole sta calando mi metto “in seconda fila” a osservare la gente mentre chiacchiera, scambia qualche battuta o contempla i colori del Soča. È un momento di pace assoluta.
Oggi ho optato per una giornata detox, quindi niente alcol ma sta salendo una certa fame. Cerco il vegan food nei dintorni e mi rendo conto che negli ultimi anni le proposte gastronomiche sono aumentate parecchio.
Si è spostato fuori dall’ingresso, nell’area dedicata al food & drink, così mi incammino e allo stand American socks becco gli ultimi 2 pezzi dei For I Am in acustico. Mi rode non averli visti e spero di avere presto un’altra occasione.
Solo in questo momento mi accorgo di aver perso la tessera. Questa cosa ha rotto, prima non vogliono darmela e poi, dopo averla recuperata con fatica e caricata ben bene, non la trovo più.
Potrei ravanare tranquillamente in ogni dove ma mi fa un po’ schifo, così dico addio ai 25 euro rimasti e vado a recuperarne una nuova.
Quando finalmente addento un seitan kebab allo stand VVV - veni Vegi vici capisco quanto mi sia mancato. Negli anni non è cambiato niente di questo panino “alla slovena”, come piace definirlo a me: molta cura, genuinità e una calma infinita nel prepararlo.
Dopo 1.000 sbatti mi siedo per mangiare in tranquillità e vicino a me si sta formando una piramide di lattine accartocciate. 3 tizi fanno i giocolieri bevendo le birre fatte per il festival dalla Bevog, ne hanno una bella scorta e più bevono, più la piramide diventa alta.
A casa ho le lattine con le stampe delle 2 edizioni precedenti e questo mi ricorda che nella collezione non può mancare quella di quest’anno.
Tempo di finire il panino e mi sono già scordata tutto; me ne pentirò il giorno dopo quando scoprirò che la birra è sold out. Dovevo giocare al tiro a segno, far crollare la piramide e rubarne una in quel momento, tornerò a casa senza premio.
Si è fatto tardi e rientro per vedere gli Ignite. Sono un gruppo storico di tutto rispetto, anche se non tra i miei preferiti vale la pena ascoltarli.
La pit è invasa di gente e a mezzanotte spaccata salgono sul palco i NOFX. Con uno striscione minuscolo, basta il loro stile inconfondibile per mandare in delirio la folla.
La tirano un po’ per le lunghe, Fat Mike e El Hefe fanno i soliti pagliacci, ma suonano parecchio bene. Sarà perché è August 8th oppure la carica che dà il PRH, sono in forma e tra le volte che li ho visti questa è sicuramente la loro performance migliore.
Vado a nanna con in mente l’intro di Linoleum, dopo mille cover fatte da band di ogni genere stasera ho ascoltato la miglior versione dell’originale.
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